domenica 28 febbraio 2010

28.02.2010 – Il Nuovo Volto.

Bene ragazzi.

Ben tornati a tutti.

Eccoci finalmente al primo appuntamento della seconda parte del diario di produzione di questo cavolo di film che è difficile da realizzare.

Da oggi in poi, a cadenza settimanale, farò un resoconto degli avvenimenti che riguardano la realizzazione di Caronte, farcito, come mia consuetudine, di episodi correlati e non, tanto per rendervi partecipi delle cavolate che faccio ^_^.

Visto che da quando ho scritto l’ultima volta sono passati un bel po’ di giorni, farò un sunto veloce, sperando di ricordare tutto (se mi dimentico qualcosa scusatemi, anzi non fatelo, tanto non saprete mai quello che mi sono scordato…).

Ho continuato a ultimare la sceneggiatura e sostanzialmente non c’è nulla da dire su di essa, se non che l’idea di base che avevamo deciso in quella famosa riunione con la Margot era molto intrigante.

Poi, dopo qualche giorno, ho avuto un blocco, come se un muro mi si fosse costruito davanti alla mia strada in una sola notte, come succede nel romanzo “I Pilastri della Terra” (a proposito: grande libro. Ve lo consiglio caldamente. Io l’ho adorato perché amo l’architettura e il libro racconta gli intrighi, le guerre e gli amori che girano intorno alla costruzione di una cattedrale. Ne hanno fatto anche una miniserie tv che verrà trasmessa entro la fine dell’anno e tra un po’ inizierò a leggere il seguito). Inconsciamente notai che qualcosa non andava nella storia. Nulla da togliere all’entusiasmo dei ragazzi della Margot, ma tutto quello che è uscito fuori da quella riunione era decisamente troppo. Mi stavo letteralmente perdendo nella storia. Non vedevo il plot, non vedevo il movente e il suo finale era troppo, troppo lontano per capire se poteva funzionare e giustificare tutta la fatica di realizzazione. Allora mi fermai e decisi e far passare qualche giorno senza pensare a Caronte, così iniziai a giocare ad Assassin’s Creed. Grande gioco, non me lo aspettavo così. Soldi spesi bene.

E mentre mi perdevo nei meandri di Gerusalemme, Damasco e Acri, perdendo tutti i miei privilegi di assassino patentato e cercando di recuperare tutti i miei titoli ingiustamente toltimi da Al Muarif, una sera vado a vedere un film che credevo essere di un modo e invece non lo era. Mi piace la saga di Resident Evil e mi è piaciuto Giovanna D’Arco per un solo motivo: Milla Yovovich. Quando ho scoperto che ha interpretato un film sugli alieni, mi sono fiondato a vederla in Il Quarto Tipo. Mi aspettavo di vedere un film alla X-Files e invece, con mio grande stupore (è per questo che per certi film non leggo nulla e non voglio sapere nulla, per non rovinarmi il gusto di vedere un film come tale), ho scoperto che il film è un Docu-film. Milla e tutti gli altri attori interpretano persone reali, realmente vissute e tutt’ora viventi, che hanno avuto un incontro ravvicinato del quarto tipo, appunto, con gli alieni e per avvalorare ancor di più la realisticità della storia, nei momenti salienti vengono proiettati i filmati originali delle sedute di ipnosi fatti da e alla protagonista, anche lei rapita. Le immagini originali sono così sconvolgenti che, vi giuro, per la prima volta dopo non so neanche io quanti secoli, non ho dormito la notte.

Quella notte, fu la notte della svolta.

Non dormendo, e ripensando a quelle scene inquietanti, alla deformazione dei corpi nelle articolazioni, alle ombre, arrivando anche a ipotizzare in maniera puramente scientifica il levitamento del corpo umano (e la teoria che ho formulato è veramente intrigante e ingegnosa), il pensiero, va, tra calcoli astrusi, alla visualizzazioni di tali calcoli nella visuale in terza persona del gioco di Assassin’s Creed, dove il protagonista si collega con un suo avo assassino tramite una macchina chiama Animus. Lui salta di ricordo in ricordo e a volte si trova in una sorta di limbo bianco alla Matrix dove ci sono i calcoli matematici in una sorta di DNA a matrice esagonale. Quella associazione dei calcoli con il DNA esagonale, mi porta al gioco. Nel gioco sono l’assassino che uccide. L’assassino, sfortuna sua, ha anche una coscienza e tanta curiosità e si chiede il perché delle sue missioni e quindi conduce una sua indagine. L’indagine mi porta a un mio cruccio particolare: Diva Venere. 'Sta tizia è la protagonista di una storia in quattro parti che ho nel cassetto. Un commissario di polizia. Il commissario di polizia porta alle indagini. Le indagini portano a svelare cose. Le cose da svelare sono cose che non devono essere svelate. Le cose da non svelare sono nascoste. E perché non nasconderle in un posto che è accessibile a tutti? Un posto utopico, così troppo da essere monotono. E allora? Creiamo un bilanciamento. Yin e Yang, il bianco e il nero, il bene e il male. Profezie, figure bibliche, l’apocalisse (di cui ho discusso con la Margot). La storia buttata giù con la Margot è troppo lunga. Troppa carne al fuoco per un solo film. Allora lo divido in due. No. Ci sono a malapena i soldi per il primo, figurati per il secondo. No. Bisogna chiudere con un episodio. E allora? Diva Venere. E se Diva Venere fosse Antonio? Antonio un investigatore? Perché no? E allora sia. Che fa? Chi segue? Fa l’investigatore per i tradimenti? Segue i mariti infedeli e scatta le foto? Ok! E poi? Segue un tizio che lo sorveglia e lo porta su Terra 2. E i fratelli? Seguono Antonio, semplice. Ma non funziona. E Allora? Trovato: un tizio fugge da una prigione di massima sorveglianza. Viene aiutato da un detenuto complice che gli dice di fuggire e di trovare “i quattro”. Il fuggitivo fugge. Antonio segue un nuovo tizio su cui sta facendo delle indagini. Ci va con i due fratelli, che intanto discutono sui cavoli loro, e il tizio li porta su Terra 2. Ora va meglio… e intanto si erano fatte le 7 di mattina.

Vado a Roma con il treno e inizio a scrivere. Intanto chiamo la Margot e gli dico che ho una nuova idea.

Passano tre giorni e gli parlo dei cambiamenti che ho intenzione di apportare. Li ho visti entusiasti, ma un po’ perplessi, quando gli ho accennato a un muro che deve essere buttato giù. Hanno buttato giù idee per dire la stessa cosa ma in modi diversi. Da quel preciso momento ho capito che se voglio fare quello che veramente voglio fare, allora mi devo rimboccare le maniche e mettermi seriamente sul progetto.

Inizio a chiamare persone e gli dico del progetto.

Cosa ho tra le mani? Mi metto seduto a tavolino e guardo tutto quello che ho: ho un gruppo di amici che sono disposti a partecipare a titolo gratuito al progetto. Ho una scuola di teatro che può partecipare a titolo gratuito al progetto, perché il direttore è un mio vecchio amico. Ho un altro amico che ha un service tecnico, con tutto quello che mi serve per girare e se riesco a convincerlo, posso arrivare ad uno scambio commerciale. 3 attori su 5 partecipano a titolo gratuito al progetto, uno vorrebbe essere pagato e l’altro non è ancora stato scelto. Ho un amico che lavora con gli effetti speciali, che ora è a Parigi per lavoro, ma che sta per tornare in Italia. Ho un amico che gli piace il fantasy e che ha al suo attivo due mediometraggi con FX ben realizzati e che sarebbe disposto a partecipare a titolo gratuito al progetto. Un reparto trucco di tutto rispetto che parteciperebbe a titolo gratuito al progetto.

E arriviamo a oggi.

Sono stato sul set di un cortometraggio horror e ho visto una location che avevo sotto il naso e di cui ignoravo l’esistenza. Un grosso complesso che funge da hotel e centro termale insieme, proprio a due passi dal parco acquatico AquaFelix. L’unico problema è che è solo una costruzione lasciato a metà. Uno spreco di soldi veramente vergognoso. Un posto fatiscente, adatto per girare un horror sugli zombi. Ed è quello che abbiamo fatto oggi. Un horror con tante corse, zombi e bombe. Il tutto GRATIS.

A questo devo arrivare io: realizzare il mio primo film con il minore dispendio di costi e di sforzi e tirare fuori un prodotto competitivo e di alto livello. Cosa che ho fatto oggi, come cameraman e con l’aiuto di un gruppo super affiatato, nonostante i miei bei 37,8 di febbre e un mal di schiena da far paura.

Alla prossima.

Un abbraccio a tutti e grazie di essere arrivati fino a questa riga.


Lunga Vita e Prosperità…
al Cinema Italiano!!!