mercoledì 10 marzo 2010

10.03.2010 - D.E.A.D. - Dangerous Experiment And Detonation

Salve a tutti.

Seconda post, con qualche giorno di ritardo. Ma c'è un motivo.

Nella post precedente ho accennato al fatto che sono stato sul set di D.E.A.D. per fare le riprese e l'assistente alla regia. In pratica oltre a fare le riprese, appunto, ho aiutato Stefano, che ha qualche corticino girato così per gioco alle spalle, a girare questo piccolo kolossal, visto che ho esperienza di regia. Devo dire che nonostante conosca stefano da quando è nato, è mio fratello, sul set ho visto un lato di lui che mi ha spiazzato: ha una cultura cinematografica spaventosa e una cura dei particolari che rasenta il maniacale.
Altrettanto Kempes, l'altro regista, che ha un modo di organizzare le cose molto pratico. Se si mette in testa di fare una cosa, la fa, punto. E' riuscito a tirare su un gruppo di persone, tra cast tecnico e cast artistico, in soli 3 giorni e a girare il tutto in 2.
A vederli, io mi sento in difetto, perchè non ho quella determinazione e quell'occhio che ci vuole per portare avanti un progetto, ed è per questo che cerco di circondarmi di persone così, per trovare il modo di finire quello che inizio. Mi renod perfettamente conto che ora sono distratto da una situazione personale che è molto complicata e ancora lontana dalla sua soluzione, ma vedere questi due che fanno un corto in 5 giorni, mi ha risvegliato da un torpore che mi stava divorando.
Mi rivengono in mente le parole dette alla Margot. Jonny mi disse: "Una cosa che bisogna fare per ridurre al minimo i costi e tempi di produzione, è fare due squadre e mentre una gira, l'altra prepara il set successivo". E così è stato sul set del corto. Ma la cosa strabiliante è che non c'è stato bisogno di dirla, perchè era uscita così naturale che mentre io mi concentravo sul mirino per fare la fotografia e premevo Rec, intorno a me c'era un turbine di persone e cose che si muovevano di continuo.
E il trucco, poi, per una produzione quasi a costo zero, è stato più che eccellente. Gli zombie sembravano proprio zombie. In particolare Stefan Bendula, la Guest Star del corto, era uno zombie magnifico, addirittura con un pezzo di vetro conficcato nel cervello.
Una persona che, devo dire, mi ha veramente sorpreso è stata la protagonista: Marina. LEi viene da un ambiente cinematografico di buon livello, ha partecipato come aiuto regista in vari film, tra cui anche l'ultimo di Tornatore, ma stando a Palermo, non aveva sbocchi professionali. Arrivando a Roma, ha deciso di darsi alla recitazione. Questo è il suo primo ruolo da attrice e devo dire che se l'è cavata moooolto bene. Dico così perchè durante le riprese ha fatto una collezione di lividi e di escoriazioni che si vedono solo nei film di guerra. Si è anche ferita alla testa in seguito ad una caduta, bloccando così le riprese. Ma le cose non potevano fermarsi e quindi decidemmo di fare le riprese dove lei si poteva non vedere, modificando le riprese precedentemente decise in storyboard (che Stefano ha disegnato in una nottata!!!!! e che io mi sono studiato la mattina stessa delle riprese mentre andavamo sul set). Alla fine, quando Marina è ritornata sul set dopo essere stata in ospedale per 3 ore, lei era pronta per girare, ma ormai la luce era quasi andata via e perciò, dopo un veloce breafing, riuscimmo a trovare le comparse che facevano gli zombie anche per il giorno dopo, che in realtà era stato riservato per le integrazioni e i fegatelli.
Il giorno dopo girammo le parti con Marina e Nicola, l'altro protagonista, con Marina da sola e con Marina e Stefan, che ha il ruolo del padre di lei che diventa zombie.
La dedizione e la professionalità di Marina e Stefan hanno reso possibile l'ultimazione delle riprese, specie per Marina, che dopo quella botta (per un attimo ha visto nero, quindi la botta era stata vermante forte) ha girato le scene mancanti, correndo, tuffandosi e strillando.
Anch'io ho rischiato una volta di non riuscire a rialzarmi da terra. Marina, per paura, non riusciva a tuffarsi bene e allora, dopo prove e prove, ho deciso di far vedere come fare il tuffo. Mi alzo, con i dolori alle gambe, e ripeto la scena, facendo una corsa con sgommata e un tuffo angelo sul materassino. La scena era perfetta, io ero bloccato sul materassino e la telecamera, naturalmente, spenta. PEr cui non c'è un girato della mia esibizione. Uno dei ragazzi che era venuto sul set per salutare i registi , ha chiesto a Kempes perchè mi muovavo come se avessi una scopa su per il ...., e lui disse che non stavo tanto bene con la schiena, per via della mia dozzina di protusioni e erniette per tutta la schiena. Non ha finito di dire la frase che arrivo io di gran carriera e faccio la scena. il ragazzo guarda Kempes e dice: "ernie, eh?" Kempes non sapeva che dire e io non sapevo come tornare in piedi. comunque, girammo le scene del tuffo di Marina, ma poi ci avrei pensato io in montaggio a fare il lavoro più grosso.
La sera furono girati i flashback in casa di Kempes. Io non andai perchè la schiena non me lo permetteva.
Passarono 2 giorni e ancora Kempes non aveva fatto l'acquisizione del girato e il 10 Marzo, cioè oggi, si stava avvicinando pericolosamente (termine ultimo per mettere on line il corto per il concorso di Paranormal Activity http://www.paranormalactivity.it/vota.aspx?email=88ea4c6f-58de-45ff-8a12-7b4d5a63b5d8), quindi lo chiamai e gli dissi di portarmi tutto il girato che intanto lo acquisivo io. il giorno dopo iniziai a fare un primo assemblaggio del corto. 4 minuti e 37.alla fine della giornata, arriva Kempes e guarda l'assemblato. Già era bello così, ma non potecva andare bene. Doveva durare tassativamente 3 minuti, pena la squalifica dal concorso. Ci rimboccammo le maniche e diventai uno dei personaggi di Cronemberg: ero un tutt'uno con la macchina e il mangiare che mi portava Patty o Stefano. Una cosa filamento e giallastra spiaccicata sul vetro di una fotocopiatrice, in pratica.dopo 3 giorni di montaggio ininterrotto, siamo riusciti a tirare fuori i 3 minuti. Un minuto e 37 di dolorosissimi tagli, ve lo garantisco. Ma in compenso, ho avuto il privilegio di trovare delle musiche e degli effetti sonori veramente di prim'ordine, che danno al corto un senso di amore per il cinema senza pari. E fu in quel momento che capii dove eccedo. Nel montaggio. Dopotutto era logico che fosse così. Ho sempre fatto quello e il mio estro e la mia creatività è lì che prende forma, nel montaggio. Si dice che il vero regista è il montatore, perchè è lui che alla fine da vita al lavoro di una troupe. Io penso sia vero in parte, ma io sono io, sono modesto e molto autocritico con me stesso. Quando Kempes mi chiedeva per telefono come erano le riprese, io rispondevo "abbastaza buone".
Potrei dire che sono stato io a tenere la telecamera in mano, sono stato io a guardare il film in macchina e sono stato io a montarlo, ma vi dico che sono stato io anche a lasciare che i due registi mettessero mano al montaggio finale, perchè il film è un lavoro di squadra, che se non ci fosse non potresti realizzarlo nel modo in cui lo abbiamo realizzato, altrimenti potrei prendere una telecamerina in mano, una bella ragazza, e con lei fare un bel film istruttivo in soggettiva dove io sono sia il regista che l'attore. Ma è cinema quello?
E arriviamo alla fine del montato. Dopo 96 ore di fusione macchina-uomo-cibo, decido di staccare la spina perchè non avevo più la lucidità e andare avanti sarebbe stato solo un peggiorare per il corto. Quindi dissi a Kempes e Stefano di sedersi e dare gli ultimi ritocchi maniacali alla pellicola, di aggiustare la fotografia già ben definita e livellare l'audio laddove pareva troppo alta. Cose piccolissime, che però io mi perdevo per strada. E allora mi alzai, me ne andai in cucina e lavai i piatti. Per rendere il mio cervello del tutto scollegato, decisi di guardare il GF10. Secondo voi l'ho visto?
Mentre lavavo i piatti e cucinavo un bel piatto di spaghetti, parlai con Marina. Scoprii che oltre ad aver lavorato nel cinema, oltre ad essere una brava attrice, oltre ad avere un accento siciliano molto bello, ma che deve cancellare, se vuole fare l'attrice, ho scoperto anche che è sceneggiatrice. E Taaac(direbbe Pozzetto), gli parlo di Caronte. Emiliano, il ragazzo, è un grafico 3d e ha al suo attivo 2 mediometraggi fantasy. Già ci ho parlato con lui e mi ha dato la sua disponibililtà. Lei ha un progetto che è lo stosso che ho intenzione di realizzare: una sorta di società per produrre film di genere, ma io ho anche il progetto di fare un gruppo diviso in tre parti, quello creativo, quello tecnico e quello marketing. Guardandola in volto, lessi nei suoi occhi la meraviglia, e vidi quella luce che cercavo da tanto tempo. Intendiamoci: La Margot ha quella luce, il gruppo con cui ho girato D.E.A.D. ha quella luce, ma lei, abbaglia tutto quello che è intorno. E gli ho chiesto se se la sentiva di aiutarmi a concludere Caronte, con la condizione di non prendere una lira e di essere reperibile anche la notte se è necessario. Gli occhi di lei? Una supernova. E intorno a lei, un sistema solare di pianeti che vorticano e girano senza mai fermarsi. E tutto per passione.
Sì, finalmente ho trovato il gruppo che mi serve per girare Caronte. Un gruppo affiatato, che lavora in un progetto anche gratuitamente e che hanno fame di film di genere.

E che Dio me la mandi buona, stavolta!

Ah, il corto è stato messo on line con un giorno d'anticipo e sta qui:

http://www.paranormalactivity.it/vota.aspx?email=88ea4c6f-58de-45ff-8a12-7b4d5a63b5d8

Votate, votate, votate. Bisogna vincere... e vinceremo!!!

Alla prossima.

Un abbraccio a tutti e grazie di essere arrivati fino a questa riga.


Lunga Vita e Prosperità…
al Cinema Italiano!!!